Vini dell’Australia, export a picco nel 2021: pesano i dazi della Cina

Cantine e buyer hanno provato ad anticipare le mosse della politica cinese e a fronteggiare la Brexit

L’export dei vini dell’Australia è diminuito del 24% in valore e del 17% in volume nel 2021. Lo rivela l’ultimo rapporto sulle esportazioni di Wine Australia, che fissa a 2,27 miliardi di dollari il valore e a 638 milioni di litri i volumi, nell’anno che viene conteggiato da ottobre a settembre. Giù del 9% anche il valore medio: 3,56 dollari per litro free on board (Fob).

L’ente del vino australiano attribuisce le cause del crollo alla «significativa diminuzione delle esportazioni verso la Cina continentale». Il Paese del Dragone ha infatti stangato l’Australia con tariffs che hanno scoraggiato i buyer cinesi. Ma le tariffe aggiuntive non sono l’unica ragione della battuta d’arresto dell’export del vino australiano.

Si sono anche registrati livelli più bassi di vino disponibile per l’esportazione, a causa delle produzioni nazionali quantitativamente più scarse tra le annate 2018 e 2020. «Mentre la vendemmia 2021 australiana è stata di dimensioni record – riferisce Wine Austrialia – si prevede che ci vorrà del tempo prima che l’impatto sui volumi di esportazione si riassesti. La maggior parte dei vini dell’annata 2021 dovrebbero essere spediti nei prossimi due trimestri».

IL COMMENTO DI RACHEL TRIGGS (WINE AUSTRIALIA)

La direttrice generale di Wine Australia, Rachel Triggs, sottolinea come i cali complessivi riflettano «le sfide che il settore vinicolo australiano ha affrontato negli ultimi 12 mesi». «Il crollo delle esportazioni che stiamo vedendo ora – aggiunge – è stato amplificato dal grande aumento delle esportazioni nel settembre e nell’ottobre 2020».

Un trend dovuto alla scelta, condivisa dalle nostre cantine con i buyer, di spedire il vino in Cina continentale prima dell’imposizione delle tariffe. Stessa sorte per il Regno Unito, prima della conclusione della transizione della Brexit. Nello stesso periodo, è aumentata la domanda di vino australiano anche negli Stati Uniti, durante la pandemia di Covid-19».

«L’anticipo sulle tempistiche tradizionali dell’export – conclude Rachel Triggs – ha fatto sì che la maggior parte dei vini dell’annata 2020 siano stati spediti prima del solito. Il risultato spiega, tra l’altro, gli inventari più bassi da 10 anni a questa parte riferiti all’anno solare 2021″.

I DATI DEI PRIMI CINQUE MERCATI DEL VINO AUSTRALIANO

Tra i primi cinque mercati dell’export del vino australiano non figura l’Italia. In valore, il Regno Unito registra nell’ultimo anno una crescita del 7% (460 milioni di dollari). Seguono gli Stati Uniti, in calo dell’11%, a 393 milioni di dollari. Ecco dunque la Cina continentale, in calo del 77% (274 milioni di dollari).

Nella “Top 5” figura poi Hong Kong, in crescita del 135% a 207 milioni di dollari. Quinta posizione per il Canada, in calo del 12% a 173 milioni di dollari. I primi cinque mercati per volume dell’export di vino australiano sono stati Regno Unito (-2%, 251 milioni di litri), Stati Uniti (-12%, 123 milioni di litri), Canada (-13%, 49 milioni di litri), Germania (-4%, 33 milioni di litri) e Nuova Zelanda (calo del 13%, a 28 milioni di litri).

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